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due baiocchi (aquila - prova nuova monetazione)

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due baiocchi (aquila - prova nuova monetazione) (Moneta)
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DrittoVerso
REPVBBLICA - ROMANA

Nel campo, tra due rami d'alloro, aquila repubblicana ad ali spiegate volta a sinistra posata su fascio littorio con scure volta al basso, e con berretto frigio sul capo.

In basso: [TM] in monogramma.

Il tutto entro un cerchio perlinato.

DVE / B.A / IOCCHI

entro un triangolo formato da tre fasci littori con la scure volta all'esterno.

Nell'esergo: ANNO SESTO / REPVBB

Il tutto entro un cerchio perlinato.

Contorno: liscio
Nominale: 2 Baiocchi
Materiale: Cu
Diametro: 33-36 mm
Massa: 12,00-16,31 g
Anni Cod. Zecca Sigla incisore Incisore Riferimenti Rarità Immagini
A. VI  W-RM1RM/6-1 RomaTM Tommaso MercandettiBruni 39
MIR 2864/1
Muntoni 5
Pagani 13
CNI 4
R2
A. VI 1  W-RM1RM/6-2 RomaTM Tommaso MercandettiBruni 40
MIR 2864/2
Muntoni /
Pagani 13 b
CNI 6
R3
1 al D/ le ali dell'aquila sono esterne ai rami d'alloro ; al R/ con REPVBB •

Neri Scerni ha evidenziato, da una ricerca dei documenti d'archivio, che queste monete sono delle prove approntate dell'incisore Mercandetti mai entrate ufficialmente in circolazione in quanto, a seguito di emissioni abusive effettuate dal fonditore Picconi, le Autorità furono costrette a commissionare al Mercandetti nuovi conii. Lo Scerni inoltre, ha avanzato l'ipotesi che i numerosi esemplari in circolazione sono quasi tutti delle riconiazioni: la loro frequente offerta e sempre in ottime conservazioni, nonché l'esistenza di diverse prove di coniazione in rame e in bronzo, è la conferma che sarebbero riconi piú o meno moderni effettuati con i conii originali.

Alla morte del Mercandetti, i conii, i punzoni e gli strumenti di lavoro tra cui il torchio furono offerti nel 1825 dalla vedova al papa Leone XII: il loro valore fu stimato in 5707 scudi. Nell'archivio di Stato di Roma è presente la lettera con l'elenco dettagliato di quanto offerto. La Camera Apostolica non ritenne, però, di aderire alla richiesta ed i conii passarono dopo diversi anni nella collezione del Monsignor Cesare Taggiasco, ancora vivente nel 1881. Il materiale acquisito dal prelato è noto in quanto l'inventario fu compilato da un discendente del Mercandetti: Girolamo Reggiani, il cui padre aveva sposato una delle nove figlie dell'incisore. Nel 1886 la raccolta andò dispersa all'asta Hirschler di Vienna il cui catalogo era la copia conforme dell'elenco fatto dal Reggiani che a sua volta derivava da quanto offerto nel 1823 alla Camera Apostolica. Da questi elenchi sono presenti i conii originali del D/ e del R/ della moneta da due baiocchi con aquila (Bruni 39 e 40) e da un baiocco (Bruni 42).

Secondo lo Scerni si devono considerare riconiati in epoca imprecisata (prima o dopo la vendita all'asta di Vienna?) e da una zecca incerta, le monete da due baiocchi con aquila (Bruni 39 e 40) e il baiocco (Bruni 42) se di ottima o di eccezionale conservazione. Non sono state oggetto di battiture moderne, invece, il due baiocchi con fascio e bandiere (Bruni 41), i cui conii originali non sono mai apparsi sul mercato.

Una prova in rame di gr. 10,87 è presente in asta Gadoury 4 lotto 861 - Una prova in piombo ramato di gr. 11,92 è presente in Nomisma 49 lotto 1825. Una prova o riconio in stagno (?) di gr. 10,70 è presente in Nomisma 47 lotto 1767.

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Ultimo utente iscritto pipposeisi, mercoledì 27 marzo 2024 alle ore 15:51
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