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Savona nel 1500

Savona nel 1500

Il 10 Aprile 1191 Savona si costituisce libero comune riscattando dall'aleramico Marchese Oddone Del Carretto ogni diritto e la città comincia ad espandersi ai piedi della rocca del Priamar; autonomia sancita anche formalmente con diploma dell'imperatore Enrico VI del 18 Novembre 1191.
Il tessuto urbano medievale era costituito da case costruite a schiera a delimitare i vicoli che sfociavano per lo piú sul porto che era il fulcro della vita economica.
Nelle zone limitrofe al porto, tra il milletrecento ed il millecinquecento, sorgeranno i palazzi dei nobili tra i quali spicca il palazzo dei Della Rovere, splendida opera rinascimentale di Giuliano Sangallo voluta dal Cardinale Giuliano Della Rovere, il futuro papa Giulio II; numerose saranno anche le caratteristiche case-torri medievali.
Le zone dedite alla trasformazione ed al commercio delle merci sono sparse per tutta la città.
Savona in questo periodo è cosí potente da poter rivaleggiare anche militarmente con Genova ed i suoi alleati, salvo poi capitolare dopo oltre tre secoli di alterne fortune: alla crescita economica dei secoli XII e XIII subentra un periodo di stasi che dura fino quasi alla metà del XV secolo, inoltre dalla metà del XIV secolo ai primi decenni del 1500 si succedono a Savona le dominazioni di principati esterni (come quella dei Visconti) che si alternano ripetutamente a periodi di governo genovese ed a brevi periodi di indipendenza (dal 1512 al 1513 e dal 1525 al 1527).
Il periodo di prosperità piú evidente è nel ventennio 1420-1440 dove le navi di armatori savonesi (con dimensioni tra le maggiori dell'epoca) viaggiano sulle principale rotte mediterranee e spagnole ed oltre Gibilterra verso i porti inglesi e del nord europa. Nel 1464, il milanese capitano Donato del Conte dichiara "non aver mai visto cosí magnifica cossa quanto Saona, [...] cità benissimo posta cum bono porto, [...] tanto abondante de merchantie quanto non sia Venezia, Genova, nè alchuna altra terra de mare".
Nella seconda metà del 1400 si delinea un nuovo stimolo economico e politico della città, favorito da diversi fattori, tra i quali l´appoggio di due "concittadini" eletti al trono pontificio: Francesco Della Rovere (Sisto IV), papa dal 1471 al 1484 (volle una Cappella Sistina a Savona per onorare i genitori e quella grandiosa a Roma, affrescata poi da Michelangelo sotto il successivo Papa savonese), e suo nipote, Giuliano Della Rovere (Giulio II), pontefice dal 1503 al 1513 (Papa che arruolò dal 22 gennaio 1506 le Guardie Svizzere Pontificie, infatti sull'elmetto dell'uniforme è riportato il classico simbolo della famiglia).
Nel 1507 Savona viene prescelta per lo storico incontro tra Ferdinando II d´Aragona e Luigi XII di Francia, incontro che prelude alla Lega di Cambrai: l´alleanza per contrastare l´espansione di Venezia.
Troviamo una descrizione della città di Savona, di Francesco Grassetto, cappellano delle galee venete che nel 1512 vennero a Savona, che ci illustra una città che grazie a numerosi interventi edilizi, appare accogliente: <<...la città è deliziosa, ha cinque porte che danno sul mare e quattro sulla terra ed è amena di palagi e di giardini. Li carugi, che cosí chiamano le strade, sono sempre pieni di bellissime donne facete e benigne non solo ai loro concittadini, ma eziando ai forestieri. Esse cantano, ballano e sono molto divote... Quantunque ricche, vanno per la strada senza pedissegne o schiave, modestia che non hanno le genovesi; ed è da notarsi che abbondano le schiave in Savona perchè vi vengono dall'isola di Sio signoriata da quei cittadini.>>; le mure di Savona avevano un'altezza variabile tra i nove e dieci metri ed erano composte da due muri distanti tra i due e quattro metri, arrivarono fino ad avere ben 13 porte di accesso; racchiudevano la città dal forte dello Sperone scendendo fino alla porta della Quarda (dove ora è rimasta la Torretta, simbolo di Savona), proseguendo lungo l'attuale via Gramsci (lambendo la darsena) fino al forte di San Giorgio includendo le tre alture del Priamar, quindi scendevano fino alla porta Bellaria (praticamente dove ora Via Untoria sbocca in piazza Giulio II) e da qui ritornavano al castello (passando per l'attuale piazza Sisto IV e via Au Fossu che prende il nome dal fossato presente alla base delle mura).
Il 29 ottobre 1528 viene decretata la fine della fiorente e ricca Savona: il porto viene interrato, la città saccheggiata piú volte e parzialmente distrutta; i genovesi, non paghi, sulla rocca del Priamar distruggono secoli di storia e di civiltà inglobando all'interno della Fortezza il quartiere della Cattedrale Santa Maria di Castello, distruggendo il Palazzo Vescovile, i dieci oratori dei Disciplinati e i tre Ospedali delle Corporazioni presenti, mentre la Cattedrale dapprima venne usata come caserma e poi, nel 1595, rasa al suolo per far spazio alla Casa Dei Colonnelli: non è possibile sapere con precisione quali e quanti beni artistici furono distrutti o razziati.
Per controllare la città, al posto del forte delle Sperone (in origine detto della Briglia) presso il Monticello costruito nel 1227 (ora praticamente scomparso, ne rimangono pochi resti sopra la galleria di via Famagosta), dal 1542 sul Priamar venne costruita la Fortezza, la piú imponente opera fortificata della Liguria progettata da Giovanni Maria Ogliati, che era ben piú vasta dell'attuale e che, si dice, non avesse i cannoni rivolti verso il mare bensí verso la città: Savona subisce un duro colpo e a stento riesce a risollevarsi, basti pensare che la popolazione nei due secoli successivi si riduce a meno di un terzo.

Savona ottenne il diploma per la battitura di moneta imperiale di ogni tipo dall'Imperatore Ludovico IV di Baviera detto Il Bavaro il 15 luglio 1327 a Milano. Pergamena, Archivio di Stato, Savona.

L'edificio delle zecca non trova traccia evidente sui documenti dell'epoca finora conosciuti, ma secondo alcuni studiosi fu eretto, nel 1348, nelle vicinanze della Torre del Brandale (dimora dell'Abate del Popolo) e del Palazzo degli Anziani, sulla Chiappinata, la principale strada medievale che collegava la predetta Torre, salendo al colle del Priamar, fino all'antica Cattedrale (in effetti nel medioevo le zecche erano spesso ubicate in centro città vicino a palazzi governativi ed alcuni vecchi savonesi, nati all'inizio del 1900, si ricordano che da bambini, negli anni antecedenti la seconda guerra mondiale, giocavano vicino a palazzi ora scomparsi e di cui sono rimaste solo due torri che erano popolarmente chiamati della zecca); il primo contratto posseduto stipulato dal Comune con uno zecchiere risulta datato 23 Marzo 1350 (data a cui si faceva riferimento come inizio dell'attività anche se è ormai quasi certo che l'attività sia iniziata anteriormente, in quanto da rinvenimenti su documenti d'epoca risulta un signoraggio di 10 fiorini ed il nome di uno zecchiere, Pasturello da Cisterna, in una pergamena databile 1347/48 presente all'Archivio di Stato di Savona e risulta un'ingente acquisto di oro nel 1347 da destinare presumibilmente alla battitura di monete; infatti secondo recenti ipotesi l'attività potrebbe essere anticipata fin dal 1317-1320 *vedi articolo su Zecca di Savona ne Il patrimonio artistico di Banca Carige 2010*). L'attività delle zecca proseguí fino al 1528, anno in cui Genova ne decretò la definitiva chiusura. Nonostante la chiusura delle zecca le monete savonesi dovettero continuare a circolare infatti Genova emise nel 1534 un decreto che proibí l'uso delle monete di Savona.

 


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Riferimenti

  1. AA.VV. A CURA DI LUCIA TRAVAINI, Le zecche Italiane fino all'Unità, Roma 2011
  2. FERRO WALTER, Storia di Savona e delle sue monete dagli albori al 1528, Liguria 2001
  3. GIURIA DOMENICO, Le monete savonesi, 1984
  4. PROMIS DOMENICO, Monete della zecca di Savona, Forni Editore 1864
  5. SCOVAZZI I. E NOBERASCO F., Savona, Tiber - Roma, 1930
  6. TRAVAINI L. - FERRO W., Il patrimonio di banca Carige - Monete, pesi e bilance monetali, 2010
  7. TRAVI E., Breve storia di Savona, Sabatelli editore, 1979

Ultima modifica: lunedì 30 ottobre 2023 alle ore 15:03, erademo
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