Pietro Leopoldo di Lorena (1765-1790)

Pietro Leopoldo di Lorena, secondogenito maschio di Francesco Stefano di Lorena e di Maria Teresa d'Asburgo, salí al trono del Granducato di Toscana nel 1765 alla morte del padre.

A differenza del suo predecessore egli si stabilí a Firenze e portò avanti un programma di riforma che fece del Granducato un paese moderno e all'avanguardia sotto molti aspetti.

Fu considerato un sovrano illuminato ed avvio una politica liberista promovendo la bonifica delle aree della Maremma e della Valdichiana, introdusse la liberta nel commercio dei grani e introdusse nel 1781 una nuova tariffa doganale in base alla quale furono aboliti i divieti assoluti e sostituiti con dazi protettivi.

Attuò anche trasformazioni del sistema fiscale, riformò alcuni aspetti della legislazione ma il suo maggior progetto sulla redazione di un nuovo codice non fu terminata, cosí come i progetti di costituzione non ebbero seguito a causa della sua partenza per Vienna al trono Imperiale.

La riforma piú importante introdotta da Pietro Leopoldo fu però l'abolizione degli ultimi retaggi giuridici medievali: abolí quindi in un colpo solo il reato di lesa maestà, la tortura, la confisca dei beni e, cosa piú importante, abolí la pena di morte grazie al nuovo codice penale varato nel 1786 che prenderà il nome di Riforma criminale Leopoldina.

Il Granducato di Toscana sarà quindi il primo stato al mondo ad abolire tale pena.

Nel 1790 alla morte del fratello Giuseppe II Imperatore d'Austria fu richiamato a Vienna al trono Imperiale e gli succederà a Firenze il figlio Ferdinando III.

Morí a Vienna il 1 Marzo 1792.