Pio VI (1775-1799)

Gubbio (PG) - veduta panoramica dall'anfiteatro romano.

La città di Gubbio, beneficiò dell'autorizzazione all'apertura della zecca fin dal 1788, per la coniazione di moneta di rame, concessionario il marchese Galeotti, appartenente alla famiglia che gestiva la zecca eugubina già nel XVII secolo.

L'attività dell’officina fu relativamente continua, fino alla chiusura ordinata il 27 novembre 1797, quando furono restituiti alla zecca di Roma solamente sei cilindri (coni rotanti), a fronte di coniazioni consistenti (oltre 120 mila scudi di controvalore) di madonnine, sampietrini normali e ridotti, e monete da 2,1 e mezzo baiocco.

Alla fine di dicembre 1797 il territorio fu occupato dalle truppe francesi e nel febbraio 1798 le autorità locali accordarono nuovamente al Galeotti l'autorizzazione all'apertura della zecca, che conierà in questa fase i mezzi baiocchi con diritto e rovescio pressoché identici e privi di indicazioni sull’autorità emittente (comunemente attribuiti alla Repubblica Romana).

Con la Repubblica Romana Gubbio mantiene attiva la sua zecca, affidata direttamente al Comune e poi di nuovo al Galeotti, fino alla definitiva chiusura del febbraio 1799.

Bibliografia specifica:

Bruni, Catalogo della raccolta numismatica Don Giovanni Carboni (Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola - 2007