Pio VI (1775-1799)

Foligno (PG) - Ponte sul fiume Topino

Dopo che la zecca venne chiusa nel XVI secolo, Foligno ottenne nuovamente l’autorizzazione a coniare moneta in rame con chirografi dell'8 febbraio e del 5 luglio 1794; l’officina venne data in appalto a Claudio Giusti.

L'attività dell'opifício fu continua e abbastanza consistente, anche negli anni seguenti; il 16 settembre 1797 venne autorizzata l’apertura di una seconda officina per la battitura di moneta in mistura, che probabilmente non fu mai attivata.

In questo periodo furono emessi quattrini, mezzi baiocchi, baiocchi da uno e da due, sampietrini normali e ridotti, madonnine. Con la chiusura generale delle zecche di fine novembre 1797 vennero restituiti alla zecca di Roma, che ne era proprietaria 13 castagnole per sampietrini, 4 castagnole per madonnine, 3 castagnole per monete da 2 baiocchi, 8 castagnole per il baiocco, 2 castagnole per il mezzo baiocco, 4 castagnole per i quattrini. Le coniazioni totali del periodo 1794-1797 ammontano ad un controvalore di oltre 60 mila scudi.

Il 3 febbraio 1798 la città venne occupata dalle truppe francesi che vi instaurarono una Governo Provvisorio, la zecca continuò ad essere attiva per la coniazione dei quattrini e del mezzo baiocco (conosciuto in unico esemplare del museo Correr di Venezia).

Il 27 giugno 1798, il Giusti ottenne anche l’autorizzazione a coniare pezzi da uno e da due baiocchi , ma con tutta probabilità non ebbe nemmeno il tempo di iniziarne la produzione, dato che il decreto del 9 luglio 1798 ordinò la chiusura di tutte le zecche provinciali.

Non si hanno notizie certe di una effettiva ripresa delle attività a seguito dell’autorizzazione alla riapertura del primo agosto dello stesso anno.

Bibliografia specifica:

Lattanzi, Le monete di Foligno - 1977

Bruni, Le monete della Repubblica Romana e dei Governi Provvisori – 2005

Bruni, Catalogo della raccolta numismatica Don Giovanni Carboni (Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola) - 2007