Pio VI (1775-1799)

Veduta del centro storico di Tivoli (RM)

La zecca di Tivoli fu autorizzata alla coniazione delle sole moneta in rame, con chirografo del 20 giugno 1797. L’appalto fu affidato a Luigi Severi e Carlo Sartori.

Di questa zecca sono pervenute a noi unicamente madonnine da 5 baiocchi, che risultano emesse per un totale di 28.700 scudi, pari quindi a circa 574 mila pezzi coniati.

Stando ai documenti di restituzione dei coni alla zecca di Roma, a seguito dell'ordine generale di chiusura delle zecche (novembre 1797), vennero consegnati anche coni “logori” per i mezzi baiocchi, che devono quindi essere stati coniati, sebbene in numero esiguo, ed inoltre coni nuovi per sampietrini e quattrini, a testimoniare che la coniazione di queste tipologie non fu mai avviata.

A seguito dell’avvento della Repubblica Romana, il 23 giugno 1798, venne stipulato un nuovo contratto con Luigi Severi, e la zecca riprese le coniazioni, ma a causa della gestione poco corretta dello stesso Severi, che produsse monete in proprio, anche utilizzando coni di altre zecche (Macerata ad esempio), il primo agosto 1798 il ministro delle Finanze dispose la definitiva chiusura dell’officina.

Bibliografia specifica:

Bruni, Le monete della Repubblica Romana e dei Governi Provvisori – 2005

Bruni, Catalogo della raccolta numismatica Don Giovanni Carboni (Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola) - 2007