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Alessandro Farnese

Tessere

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Tavole dell'Affò/Zanetti.

Tavole dell'Affò/Zanetti.
L'Affò è di avviso che il padre di Alessandro, Ottavio, gli concedesse di battere moneta o comunque buoni nella zecca parmigiana per le necessità degli stipendi militari. Questo spiega le tessere in mistura la cui produzione è presumibilmente iniziata prima dell'investitura di Alessandro vista l'esistenza di esemplari con testa giovanile. In nessuna di queste appare inoltre l'appellativo DVX.

In merito alle tessere in rame e piombo per il pane, il Crocicchio-Fusconi riporta una grida di Piacenza che segnala come, a partire dal 20 aprile 1590, il pane potesse essere ritirato solo presentando opportune tessere in piombo o rame a giorni alterni. Un giorno si consegnavano quelle di rame ricevendo indietro quelle di piombo e il giorno successivo avveniva l'operazione inversa. Il sistema era riservato ai cittadini che non erano in grado di produrre in proprio pane o agli stranieri e garantiva un approvvigionamento equo del pane in un periodo di forte carestia.

Nonostante la grida sia piacentina, la presenza di San Ilario fa supporre che simile sistema fosse in uso anche a Parma e che le tessere fossero prodotte anche a Parma.

ORDINI DEL MODO DI DISPENSARE IL PAN VENALE IN PIACENZA

A Ciò che in questi tempi penuriosi, si dispensi il Pan venale ugualmente, & ad ogn'uno sia provisto, con quello meglior modo, che si può, Il Molto Illustre S.Francesco Papio dignissimo Governatore di Piacenza, & gl'Illustri Signori Priore, & Deputati dell'Abbondanza di Piacenza, d'ordine espresso del Molto Illustre, & Eccelso Consiglio di S.A.Serenissima, & con partecipatione dell'Illustre, & M.R.S.Vic. per rispetto delle persone Ecclesistice: Hanno ordinato se publichino gl'infrascritti Ordini, da essere da qual si voglia persona inviolabilmente osservati.

Primo, Non derogando, ad altri Ordini, & Bandi, in tal materia fatti, & publicati, anzi ad essi accostandosi, s'ordina, & comanda, che non si possi vendere, nè in qual si voglia modo dare, nè donare Pan bianco, nè bruno, nè misturato à persona alcuna di qual si vogli grado, à condicione sia, che havrà Biade, Grani da poterne fare in casa.

Secondo, che non si possino dar piú de duoi pani, Misturati, Bruni per persona il giorno, che saranno soldi quattro, secondo il peso di presente.

Terzo, che del pan bianco, non se ne possi dare, se non agli amalati, con fede de Medici, duoi pani, da soldi duoi, il giorno per persona, & se ne possi dare la medema quantità à Vecchi, ma solo per le persone loro, se essi non haveranno robba, da poterne fare in casa.

Quarto, Che à gl'Hosti, non se ne possa dare per le loro famiglie, havendo robba da poterne fare, ma solamente per li Forestieri, & Viandanti, cioè del bianco alle Tavole de gentil'huomini, & à i servidori, & altre persone plebee, del Bruno, Misturato, & in quella quantità, che parerà conveniente à i Deputati, che destribuiranno le Medaglie, havendosi consideratione alle qualità dell'Hostarie, e che loro non possano darne ad altri, che à quelli, che'l mangieranno, prima, che si partino; Et alli medesimi Hosti, se prohibisce in tutto & per tutto, che non possino dare da mangiare, nè bere alli habitanti nel la presente Città, ma solamente alli Forastieri, & Viandanti, & à quelle persone, che non hanno habitatione in detta Città, & alli habitanti in essa si prohibisce, che non possino in qual si voglia modo, nè so tto qual si voglia pretesto andare à mangiare, nè bere all'Hostarie, nè alle Betole di questa Città.

Quinto, si prohibisce il dare medaglie di qual si voglia sorte à nessuno Forastiero mendicante, che viva d'elemosina, Vagabondo, Affrontadore, Barrone, Zarattano, Salta in banco, Comedianti, Arborari, publiche Meretrice, Ruffiani, & Ruffiane, & a nessun'altra sorte de simili persone Forastiere, che vivano ociosamente, Dichiarando essere anco forastieri, tutti quelli, che da un'anno in quà sono introdotti, senza far'arte da guadagnarsi il vivere necessario nella Città, ancorche fossero originarij & habitanti nel territorio d'essa, anzi si comanda à tali persone, che debbino subito partire, sotto le pene espresse nella Grida, fatta sotto il giorno 20. del mese d'Agosto prossimo passato, alla quale in tutto, & per tutto, s'habbi relatione, & la qual di nuovo per abondare in maggior cautela si rinova.

Sesto, per provedere alle fraudi, si sono fatte Medaglie quadre, & tonde, & dell'una, & dell'altra sorte, bianche, & negre, & le quadre sara nno per segno del pan bianco & le tonde per il negro, delle quali le segnate, con li duoi segni, punti serviranno per licenza di comprare duoi pani, & le segnate con la Croce, dieci, & li Eletti ne daranno una bianca, & una nera per ciascuna persona, di quelle, che hanno il segno del Dua, & per cinque persone una delle segnate con la Croce: Et acciò, non siano ingannati, vederanno li Quinternetti delle Vicinanze per sapere, se quelli, che dimanderanno le Medaglie, haveranno robba in casa da far pane, & havendone, non ce ne daranno, eccetto che per gli amalati, & anco per sapere il numero delle bocche, & per piú sicurezza le daranno giuramento, perche potriano havere comprato della robba da far pane, dopo fatta la descrittione delle Biade, come anco potriano esser calate le bocche, & useranno ogni diligenza, acciò nissuno habbi piú, che la parte sua di dette medaglie, scrivendo la quantità, e le persone, à chi le daranno, & che non si diano, se non à quelli, delle Vicinanze, & in questa distrubutione s'aggrava la conscienza loro, oltre, che incorreranno nella disgratia di S.A.S. non la facendo giustamente. Et per rispetto delli Clerici si daranno le medaglie nel numero, & à quelli, che con sue polize ordinarà Monsignor Vicario Episcopale.

Settimo, Che à Contadini, & altri, che stanno fuori de lla Città, non si possa dar medaglie, essendo, che per loro sarà deputata una Bottegha, ove ne potranno havere soldi sei di nero per persona, & lo potranno portar fuori senza boletta, & senza medaglia.

Ottavo, Che quando s'andarà à comprar il pane, acciò, non si faccia confusione, uno giorno si daranno tutte le Medaglie bianche, & l'altro tutte le negre, & li Prestinari, restituiranno le bianche, à quelli, che compreranno il pane, e piglieranno le negre, & cosí a vicenda correranno un giorno le bianche, & l'altro le negre, di modo, che ogn'uno havrà sempre in mano Medaglie da comprare pane il giorno seguente.

Nono, Che quello giorno, che correranno le Medaglie bianche, li Prestinari, non possino dar pane à persona alcuna, con medaglie negre, & cosí quando correranno le negre, non possino dare con le bianche.

Decimo, Che li Deputati soprastanti à vendere il pane, non possino in modo alcuno dare medaglie, se non à quelli, che anderanno à comprare pane, restituendocene altre tante quante n'haveranno recevuto il giorno innanzi.

Undecimo, che tutto il pane, s'habbi da vendere nelli luoghi deputati con l'intervento delli Soprastanti.

Duodecimo, Che li Prestinari non possino vendere pane alli Forni, nè pur un solo à persona alcuna, nè con medaglie, nè senza.

Decimoterzo, Che nissuno di qualunque stato, conditione si sia, possi comprare pane, s'havrà Biade da poterne fare in casa, ancor che l'havesse comprate, doppo, che havrà havuto le medaglie. Et tutte le sopradette cose, & ciascuna d'esse, s'osservino inviolabilmente sotto pena in ciascuno delli predetti casi, & per ciascuna volta de scudi cinquanta d'oro, & tratti tre di corda, & anco maggior' all'arbitrio del prefato M. Illust. S. Governatore, d'applicarsi al solito. Et per rispetto delle persone Ecclesiastice, sotto pena all'arbitrio del detto Monsig. Vicario, d'applicarsi alla Mensa Episcopale, da convertirsi ne i luoghi pij: Per ognuno se guardi a non contravenire, perche contro li disobedienti si procederà con ogni specie di rigore per inquisitioni, notificati oni, accusationi, & ad ogn'altro megliore modo, & via, che piú parerà conveniente al detto Sig. Governatore. In quorum fidem. &c. Dat. Placen. die 20 mens. Aprilis 1591.

PAPIUS GUBERNATOR ET MAIOR MAGIST. ANNIBAL MUTIUS VIC. ETC. IO.HIERONYMUS ALDRITIUS PRIOR.

Publicatum fuit in forma. &c.

Caesar Ripa

IN PIACENZA, Appresso Giovanni Bazachi M.D.XCI.


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Riferimenti

  1. AA.VV., Corpus Nummorum Italicorum (CNI) Vol. IX Emilia (1a parte), 1926
  2. AFFÒ IRENEO, Tavole della Zecca e Moneta Parmigiana, Camignani, Parma 1788
  3. BELLESIA LORENZO, Un denaro di Carlo Magno inedito per Parma. Una tessera di Parma ed un peso monetario di Milano. Una rarissima moneta di Guastalla, Panorama Numismatico n. 198, 2005
  4. CROCICCHIO GIUSEPPE E FUSCONI GIORGIO, Zecche e monete a Piacenza dall'età Romana al XIX secolo, Ti.Ple.Co., Piacenza 2008
  5. LOPEZ M., aggiunte alla Zecca e Moneta parmigiana del padre Ireneo Affò, periodico di numismatica e sfragistica 1871-1874

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