Montieri officina dei Vescovi di Volterra

Villaggio tuttora esistente in Provincia di Grosseto, Montieri, il cui nome deriva da Mons Aeris (monte del rame), era menzionato nelle fonti scritte già dal 896 , nell'atto di donazione al Vescovo di Volterra da parte di Alberto il Riccio, Marchese di Toscana, come Castello della Marca della Tuscia •

L'importanza del suo territorio nel Medioevo era dovuta principalmente alla sua attività mineraria, conosciuta già in tempi antichi, e che rese Montieri un centro basilare nella strategia socio-economica di tutta la Regione, tale da divenire oggetto di grande desiderio da parte di alcuni Comuni (Siena e Firenze maggiormente) ai quali necessitava metallo argenteo per coniare le loro monete •

Volterra con i suoi Vescovi ne fu già dal IX secolo la legittima posseditrice e ne sfruttò le ricche miniere per l'estrazione dell'argento per la sua zecca. Per questo motivo sia Volterra che Montieri vennero piu' volte attaccate da truppe senesi e fiorentine a fasi alterne; in alcuni casi i due Comuni tentarono di acquistare oppure di ottenere l'affitto di parte del territorio minerario. Si aprí, dunque, la "QUESTIONE di MONTIERI" che ebbe come posta il possesso del Castello e che si protrasse per due secoli circa. Per queste ragioni, Montieri affrontò periodi storici tormentati nonostante lo stato di ricchezza e l'incremento di popolazione per l'affluenza di nuovi lavoratori e di uomini d'affari provenienti da ogni luogo •

E' ormai appurato dalle fonti scritte l'esistenza in Montieri di una Domus monetae, ovvero di un'officina monetaria, già nei primi anni del XIII secolo, appartenuta ai Vescovi Volterrani e sotto stretto controllo comunale, che coniava moneta volterrana. Si pensa che il Castello fosse stato scelto perchè ritenuto sede piú sicura, considerato lo stato di ribellione dei Volterrani e di alcuni Castelli rurali limitrofi preoccupati per il "disinvolto" operato dei Vescovi, e per la grande comodità di avere nelle vicinanze il luogo di reperimento della materia prima •

Montieri coniò i cosidetti "denarii vulterrani" che imitavano i denari lucchesi enriciani e che costituiscono la tipologia del denaro "vecchio" volterrano •