Ruggero Borsa (1085-1111)

Figlio di Roberto il Guiscardo, alla morte di quest'ultimo, dovette scontrarsi con il fratello Boemondo per prendere possesso dei territori. La disputa fu definitivamente risolta nel 1089 a seguito della mediazione del Papa Urbano II, che ridimensionò i possedimenti di Ruggero Borsa a favore dello zio Ruggero Conte di Sicilia, rimanendo Duca di Puglia e di Calabria. A parte la conquista di Capua nel 1098, nessun evento particolare contraddistinse il regno di Ruggero Borsa, che morí il 22 Febbraio 1111 a Salerno, lasciando erede il figlio Guglielmo.

PROFILO NUMISMATICO

Sotto Ruggero Borsa furono attive le zecche di Salerno ed Amalfi con monetazione in oro e rame, Tarí e Follari. Ad Amalfi sono attribuiti i Tarí cosí detti "cum capite et cruce" (con testina e croce patente), mentre a Salerno quelli con le lettere R e D. Incerta è l'attribuzione di un Tarí presumibilmente battuto a Palermo (di cui fu Signore di metà città dal 1085 al 1091). I Follari furono tutti coniati a Salerno.