Pio VI (1775-1799)

Veduta di S.Severino Marche (MC)

La zecca di San Severino Marche fu autorizzata alla coniazione delle sole moneta in rame, con chirografo del 12 dicembre 1795; l’appalto fu affidato a Giovan Battista Collio.

L'attività di questa zecca fu molto intensa, vennero infatti coniate madonnine, sampietrini, mezzi baiocchi e quattrini per un valore complessivo di oltre 185 mila scudi.

Come le altre zecche provinciali, anche San Severino venne chiusa alla fine di novembre 1797, e furono restituiti alla zecca di Roma "29 cilindri (coni rotanti) non identificati".

Tra il dicembre 1797 ed il gennaio 1798 la zecca venne temporaneamente riaperta per la coniazione di mezzi baiocchi e quattrini.

In seguito, con l’arrivo dei francesi nel febbraio 1798, venne costituito un governo Provvisorio che, confluí nella Repubblica Romana poche settimane dopo.

La zecca di San Severino riaprí solamente nel giugno 1799, affidata allo zecchiere Severi, subappaltatore della zecca di Ancona, ancora in attesa di essere riaperta.

In questa officina, dopo la cacciata dei francesi nell’estate 1799, vennero coniati anche pezzi da 60 baiocchi in mistura, dei quali esistono testimonianze documentali ma nessun esemplare è noto.

Bibliografia specifica:

Paciaroni, La Zecca di San Severino Marche - 1996

Bruni, Le monete della Repubblica Romana e dei Governi Provvisori – 2005