Pio VI (1775-1799)

Spoleto ottenne l'autorizzazione a coniare moneta in rame e mistura nell'ottobre 1797; l'officina venne data in appalto a Pietro Zelio Parenti, che riuscí ad iniziare le coniazioni solo pochi giorni prima dell'emanazione dell'ordine generale di chiusura delle zecche provinciali, a fine novembre 1797.

Nel corso del breve periodo in cui operò, la zecca di Spoleto emise esclusivamente madonnine da 5 baiocchi in rame, mentre in mistura vennero coniate muraiole da sei baiocchi.

Dopo la chiusura vennero riconsegnati alla zecca di Roma, che ne era proprietaria, 6 cilindri (coni rotanti) per madonnine, 6 cilindri per i 6 baiocchi e 6 cilindri non identificati.

Tra il 5 ed il 6 febbraio 1798 le truppe francesi entrarono in città, dopo pochi giorni Spoleto aderisce alla Repubblica Romana.

A partire dal novembre 1798 la zecca viene riaperta per la coniazione di moneta repubblicana da 1 e 2 baiocchi, attività presto sospesa per mancanza di rame da coniare, ben prima dell'ordine definitivo di chiusura delle zecche del febbraio 1799.

Nella primavera 1799 nel territorio di Spoleto dilagò la rivolta antifrancese che, nei mesi successivi, con l'arrivo delle truppe austro-aretine, costrinse i francesi ad abbandonare la città.