Pio VI (1775-1799)

Fano (PU) - Arco di Augusto (ingresso al centro storico)

La zecca di Fano venne autorizzata a coniare con chirografo dell’ 8 luglio 1797, l’appalto viene concesso a Girolamo Morici. L'atto di concessione prevedeva l'emissione di quattrini, sampietrini da baiocchi due e mezzo, e monete da due, uno, e mezzo baiocco.

Il 26 agosto 1797 una disposizione del Tesoriere Generale ordinava anche a questa zecca di dare corso alla emissione di madonnine da 5 baiocchi, sospendendo ogni altra battitura.

Di questa zecca sono noti unicamente sampietrini (di cui una presunta prova datata 1796)  e madonnine, coniati per un totale di 1770 scudi. Si presume che non siano mai iniziate le coniazioni degli altri nominali previsti dal chirografo.

Per effetto del decreto di chiusura delle zecche provinciali del 27 novembre 1797, e come stabilito dal contratto di appalto, il Morici restituí sei cilindri (coni rotanti) per madonnine e due per sampietrini alla zecca di Roma che ne era proprietaria.

Nel febbraio 1798 la città di Fano entra a far parte della Repubblica Romana, non risulta che la zecca sia tornata attiva durante questo periodo.

Bibliografia specifica:

Ciavaglia, La zecca di Fano - 2002

Bruni, Catalogo della raccolta numismatica Don Giovanni Carboni (Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola) - 2007